Le strade libere le fanno le donne che le attraversano – Sui fatti di Colonia e l’antifascismo di oggi

Testo del volantino distribuito al corteo antifascista a Bolzano dal Collettivo Femminista Queer di Trento.

I fatti accaduti a Colonia e in altre città tedesche, austriache e svizzere la notte di Capodanno hanno scatenato polemiche e violente reazioni razziste, rafforzate dal fatto che in quest’ultimo anno la cancelliera Angela Merkel ha accolto circa un milione di profughi arrivati dalle stesse aree geografiche da cui si dice provengano gli autori delle aggressioni.
Quindi tutti gli arabi sono stupratori e i tedeschi no? Gli italiani no? Gli inglesi e gli spagnoli neppure?
I fatti avvenuti a Colonia (così come in altri centri) sono certamente molto gravi e inquietanti e alle persone aggredite va innanzitutto la nostra più piena e forte solidarietà.
È al contempo evidente che questi fatti siano stati occasione di strumentalizzazione mediatica e politica. Chi pone l’attenzione sulla provenienza geografica (e conseguentemente culturale) degli uomini che la notte di Capodanno hanno aggredito, insultato, derubato, molestato e violentato centinaia di donne compie una colpevole operazione di mistificazione. I rispettabili uomini bianchi europei e i fascisti urlano la difesa delle nostre donne, donne che vanno “salvate e protette” da neri barbari incivili. Gli stessi rispettabili uomini bianchi che giudicano non meritevoli di nota (e quindi naturalmente normali?) le quasi 200 denunce per violenza all’indomani dell’ultima Oktoberfest o i dati riguardanti le violenze domestiche (alcune ricerche su base nazionale dimostrano che in Germania almeno il 70 per cento delle donne nel corso della vita ha subìto violenza fisica e/o sessuale da parte del partner). Quindi lo stupratore è meno stupratore quando è bianco, europeo e quando stupra la sua donna nascosto dalle sicure e decorose mura domestiche? Quindi la violenza è meno violenta se si tratta di donne migranti, stuprate alle frontiere dei loro lunghi viaggi verso la fortezza Europa, nei CIE, nei campi di concentramento libici, nelle galere? E perché di tutto questo sappiamo vedere sempre così poco?
Centinaia di donne sono state aggredite e violentate senza trovare solidarietà tra cittadine e cittadini integrati/e, tedesche/i e “civili”. Questo fatto chi interroga?
La violenza di genere è sempre politica, ad ogni latitudine, nella misura in cui è lo strumento adottato per riprodurre il sistema di potere patriarcale, non importa che si tratti di uomini bianchi o neri, europei o non europei, tristi o felici, borghesi o proletari.
Occorre fare molta attenzione. Ancora una volta, in nome e per conto delle donne si giocano le guerre di altri: per “esportare la democrazia”, per “liberare”, per “civilizzare”… I fatti di Colonia hanno ringalluzzito fascisti e nazisti: dall’inquietante e ambiguo fenomeno di Pegida in Germania, ai locali fascisti di Casapound (sì, proprio quelli della campagna “Tempo di essere madri”), che sono riemersi da mesi di silenzio per affiggere volantini in stazione a Trento, in difesa delle donne contro “gli extracomunitari”.
Il gioco del nazionalismo fascista noi femministe e queer lo conosciamo bene: le donne come piccole patrie da difendere, pretesti per il loro infame teatrino di virilità. Noi femministe e queer sappiamo bene e non dimentichiamo cosa è stato il fascismo per le donne: angeli del focolare, ricacciate in casa a fare figli per la patria, devote adoranti camerate, “belle abissine” da stuprare… Noi femministe e queer sappiamo bene e non dimentichiamo le botte, gli arresti, gli internamenti in manicomio per gli/le omosessuali. Noi sappiamo bene e non dimentichiamo, nemmeno Bolzaneto, dove fascisti in divisa ci gridavano “Prima di stasera vi stupreremo tutte, vi piace il manganello, sei frocio o comunista?”.
Noi sappiamo bene e non dimentichiamo. E siamo qui in piazza oggi per condividere il nostro percorso femminista, queer e antifascista con questo importante e bel corteo di Bolzano. Perché l’antifascismo non è tale, se non sa darsi anche come capacità di leggere e smascherare ogni forma di sessismo e virilismo. In nostro nome non permetteremo alcuna campagna razzista, securitaria, neofascista!
Viva la libertà! Viva le donne e i corpi che lottano per la libertà, perché la storia la scrivono i corpi che resistono.

Collettivo femminista queer Trento

“Perché, dirà l’estranea, io in quanto donna non ho patria. In quanto donna, la mia patria è il mondo intero.”
Virginia Woolf

Informazioni su Assemblea Antifascista Trento

Assemblea Antifascista di Trento, nata a seguito dell'apertura della sede trentina di CasaPound. Ci troviamo ogni mercoledì, dalle 18, all'interno della facoltà di Sociologia.
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