Martedì 18-3-14 si è tenuta un’udienza del processo che vede imputati quattro antifascisti per una presunta aggressione a noti neofascisti trentini. Si era scelto il rito abbreviato, che prevede una sentenza solo sulla base del fascicolo di indagine, quindi senza sentire testimoni, né acquisire ulteriori prove in aula. Nel fascicolo del pm, quello su cui appunto si basa la decisione del giudice, mancavano però proprio i documenti che avrebbero dovuto attestare il riconoscimento dei quattro compagni da parte dei fascisti, teoricamente avvenuto attraverso un confronto di foto segnaletiche. Sostanzialmente si chiedeva al giudice di condannare senza portare la prova che i fascisti avevano riconosciuto proprio quelle persone tra tutte le foto segnaletiche mostrategli.
Nonostante il rito abbreviato preveda l’ampliamento del fascicolo di indagine solo a fini difensivi, il giudice ha deciso di rinviare l’udienza al 14 aprile per permettere al pm di acquisire questi documenti, della cui esistenza, peraltro, non vi è finora nessuna prova. Non ci stupisce che la cosiddetta giustizia, amministrata dai tribunali, pieghi a proprio piacimento le proprie regole pur di servire padroni e fascisti e purtroppo la storia recente presenta fin troppi tragici esempi in questo senso.
Ancora una volta ribadiamo che per i fascisti non c’è nessuno spazio, né in strada né altrove, e che la nostra solidarietà va a chiunque decida di cacciarli, con le buone o con le cattive.