È uno slogan che nelle piazze italiane si urla da più di quarantanni. A un certo punto è risuonato forte e convinto anche nelle strade di Cremona, sabato 24 gennaio. Di rado questo slogan è stato qualcosa di diverso, negli ultimi vent’anni, da un esercizio di retorica o da un rumoroso “vorrei ma non posso”. Sabato scorso, invece, ha suonato discretamente adeguato.
Certo, autorità e polizia, diretti corresponsabili dall’assalto squadrista che ha quasi ammazzato Emilio, non hanno pagato tutto. Ma, si può dire serenamente, hanno pagato caro. Centinaia di persone hanno fronteggiato caparbiamente la celere e il suo gas per ore, poi una stazione della polizia locale e svariate banche hanno raccolto la giusta rabbia collettiva. Proteggere militarmente la sede di Casapound non è bastato ad arginare i cuori in rivolta. Altro che “black bloc che scippano e rovinano un corteo pacifico”. In migliaia non hanno lasciato solo chi fronteggiava la polizia, in migliaia sono rimasti in strada. Per Emilio, per tutti.
Qualcuno ha detto che i danneggiamenti (molto e ben selezionati) non c’entrano con l’antifascismo. Come si possano separare le responsabilità dei fascisti del Terzo Millennio da quelle dei padroni della città (e dei loro servi in divisa) facciamo fatica a capirlo. (Mentre capiamo che sarà molto più difficile adesso riaprire la sede a Cremona per i fascisti di Casapound). Ma, visto ciò che passa per lo più per antifascismo, possiamo ben concedere che il 24 gennaio si è andati decisamente oltre.
Infatti quella giornata non è stata solo un generoso contributo per chi contrasta i fascisti, ma un segnale importante per tutti coloro che lottano.
Grazie ragazze/i.
assemblea antifascista di Trento
Informazioni su Assemblea Antifascista Trento
Assemblea Antifascista di Trento, nata a seguito dell'apertura della sede trentina di CasaPound.
Ci troviamo ogni mercoledì, dalle 18, all'interno della facoltà di Sociologia.
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Pagherete caro, pagherete tutto. Sul corteo di Cremona
È uno slogan che nelle piazze italiane si urla da più di quarantanni. A un certo punto è risuonato forte e convinto anche nelle strade di Cremona, sabato 24 gennaio. Di rado questo slogan è stato qualcosa di diverso, negli ultimi vent’anni, da un esercizio di retorica o da un rumoroso “vorrei ma non posso”. Sabato scorso, invece, ha suonato discretamente adeguato.
Certo, autorità e polizia, diretti corresponsabili dall’assalto squadrista che ha quasi ammazzato Emilio, non hanno pagato tutto. Ma, si può dire serenamente, hanno pagato caro. Centinaia di persone hanno fronteggiato caparbiamente la celere e il suo gas per ore, poi una stazione della polizia locale e svariate banche hanno raccolto la giusta rabbia collettiva. Proteggere militarmente la sede di Casapound non è bastato ad arginare i cuori in rivolta. Altro che “black bloc che scippano e rovinano un corteo pacifico”. In migliaia non hanno lasciato solo chi fronteggiava la polizia, in migliaia sono rimasti in strada. Per Emilio, per tutti.
Qualcuno ha detto che i danneggiamenti (molto e ben selezionati) non c’entrano con l’antifascismo. Come si possano separare le responsabilità dei fascisti del Terzo Millennio da quelle dei padroni della città (e dei loro servi in divisa) facciamo fatica a capirlo. (Mentre capiamo che sarà molto più difficile adesso riaprire la sede a Cremona per i fascisti di Casapound). Ma, visto ciò che passa per lo più per antifascismo, possiamo ben concedere che il 24 gennaio si è andati decisamente oltre.
Infatti quella giornata non è stata solo un generoso contributo per chi contrasta i fascisti, ma un segnale importante per tutti coloro che lottano.
Grazie ragazze/i.
assemblea antifascista di Trento
Informazioni su Assemblea Antifascista Trento
Assemblea Antifascista di Trento, nata a seguito dell'apertura della sede trentina di CasaPound. Ci troviamo ogni mercoledì, dalle 18, all'interno della facoltà di Sociologia.