Gorizia: danneggiata la nuova sede di Casapound

Dalla pagina Informazione Antifascista.


Apprendiamo dalla stampa locale che nella notte tra 26 e 27 Settembre, anonimi antifascisti hanno sfasciato una vetrata della sede di Casapound aperta nelle scorse settimane a Gorizia. Non stupisce apprendere dello stesso articolo che “una pattuglia della Polizia sorvegliava quasi costantemente quegli uffici (di Casapound) affinché non diventassero bersaglio di qualche malintenzionato”.
Nella stessa giornata, il fascista Salvini era ospite dell’evento cittadino “Gusti di Frontiera”.

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Il fascismo si combatte con ogni mezzo necessario – Comunicato solidale condiviso per Andre Pippo e Tommy

Comunicato dei compagni di Andre, Tommi e Pippo in merito al loro recente arresto. Di seguito il manifesto di alcune iniziative organizzate in solidarietà.

La notte tra il 14 e il 15 aprile 2014, in provincia di Parma va a fuoco il “Pietra Nera 53”, un casolare di montagna usato come luogo di ritrovo dai militanti di Casa Pound e sede di un progetto paramilitare di esercitazioni con tanto di lanci col paracadute.

Casa Pound, come tutti ormai sanno, è il partito che si autodefinisce “fascista del terzo millennio”. E’ un’organizzazione che basa la sua azione politica su un’ideologia beceramente populista, omofoba e razzista. Gli appartenenti a Casa Pound si sono resi responsabili negli anni di omicidi e gravi aggressioni contro immigrati, rifugiati, rom e oppositori politici.

Ricordiamo, tra i tanti, il duplice omicidio di Gianluca Casseri, a Firenze, che nel dicembre 2011 uccise due senegalesi, e l’aggressione al C.s Dordoni  a Cremona in cui Emilio, che difendeva lo spazio, finì in coma.

I fascisti, con la legittimazione di media e istituzioni, cavalcano e fomentano campagne d’odio istigando alla guerra tra poveri. Ultimo esempio è la mobilitazione razzista in Val Trompia, ad opera di Forza Nuova e Casa Pound, contro l’accoglienza di 19 profughi sistemati in un albergo dismesso. In relazione all’incendio qualche settimana fa sono stati arrestati Andrea, Pippo e Tommy, i quali si trovano tutt’ora agli arresti domiciliari. Questo è l’ennesimo provvedimento della magistratura che colpisce gli antifascisti. Ricordiamo, solo a livello locale, le denunce per rissa a carico di compagni che difendevano il Circolo Minerva di Parma, gli arresti effettuati dopo il corteo antifascista di Cremona, gli arresti di Aro e Vivi che volevano impedire il presidio di Forza Nuova a Formigine (MO), il processo che vede inquisito un compagno di Parma per aver cercato di ostacolare un presidio del gruppo neofascista Patria Nostra e i fogli di via da Forlì notificati ai partecipanti di iniziative antifasciste.

Il neofascismo riprende forza e spazio nelle nostre città: al di là della prassi della retorica, siamo complici e solidali con le pratiche che combattono il fascismo in ogni sua forma e con qualunque mezzo.

L’antifascismo non si delega

Libertà per Andre, Pippo e Tommy!

Libertà per tutti/e gli/le antifascisti/e colpiti dalla repressione!         

Compagne e compagni degli arrestati

modena

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Torino: 6 arresti per corteo contro Salvini

Da Infoaut.

Nella tarda mattinata di oggi a Torino è scattata un’operazione di polizia che ha portato all’arresto di 6 compagni e compagne del centro sociale Askatasuna. Le accuse riguardano il corteo che si tenne lo scorso 28 marzo in occasione del comizio del segretario della Lega Nord Matteo Salvini. In quei mesi il fascio-leghista stava attraversando le piazze di diverse città italiane cercando di raccogliere consenso attorno a discorsi razzisti e xenofobi, funzionali a mantenere i propri privilegi di politico e a indirizzare il malcontento verso il basso piuttosto che contro i veri responsabili.

A Torino, come accaduto in molte altre città con lo slogan #MaiConSalvini, nelle settimane precedenti il comizio venne convocato un corteo cittadino per respingere la presenza di Salvini e il suo accolito di leghisti e neofascisti. La manifestazione di studenti, precari e migranti venne violentemente caricata a pochi metri dalla partenza mentre cercava di raggiungere piazza Solferino, luogo del comizio. Durante la carica 8 persone furono fermate e poi rilasciate in serata con una denuncia a piede libero, con l’eccezione di Daniele, giovane studente antifascista torinese, che venne trattenuto in carcere e poi trasferito agli arresti domiciliari per alcuni mesi.

A cinque mesi di distanza da quella giornata, arrivano ulteriori arresti decisi di concerto da Questura e Magistratura: 2 compagni – Francesca e Donato – sono stati portati al carcere delle Vallette, mentre altri 4 – Mattia, Damiano, Nicola e Luca – si trovano agli arresti domiciliari con restrizioni su visite e comunicazioni. Mentre proprio in questi giorni il dibattito tra i governi europei si divide tra il razzismo esplicito di alcuni e le offerte di “accoglienza” opportuniste di altri, a Torino vengono colpiti quanti in questi mesi si sono opposti con determinazione nel togliere spazio e visibilità a chi, come Matteo Salvini, si è costruito immagine e carriera grazie a retoriche securitarie e razziste.

Lega Ladrona, Torino non perdona!

Cecca, Donato, Mattia, Damiano, Luca e Nicola liberi subito!

Tutti liberi, tutte libere!

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I covi dei fascisti si chiudono col fuoco…Solidarietà con Pippo, Andre e Tommi

AFa
Quante volte è risuonato nelle strade e nelle piazze questo slogan?
Ogni volta che un gruppo di fascisti ha inaugurato una nuova sede, ogni volta che i nostalgici del Duce hanno manifestato contro gli immigrati, ogni volta che questi servi dello Stato e del capitale hanno aggredito, accoltellato e assassinato un compagno, un migrante, un senza casa, un gay, una lesbica, un trans, un rom.
Spesso quelle parole hanno avuto il sapore amaro della retorica priva di conseguenze, di un collettivo “vorrei ma non posso”.
Nella notte fra il 14 e il 15 aprile 2014, invece, ha imboccato la strada dell’azione diretta. Quella notte è andata a fuoco una villa sopra il borgo di Pellegrino Parmense, incendiata da mani anonime. Non una villa qualsiasi, ma un “avamposto”, come lo chiamavano i militanti di Caspound, dove, dal 30 agosto al 1° settembre 2013, si era svolto un raduno neofascista a cui avevano partecipato circa duecento persone. Il proprietario della villa è un militante di Casapound.
Quell’angolo dell’Appennino è coperto di cippi che ricordano i tanti partigiani caduti. Persino Cgil e Anpi avevano urlato alla provocazione per quel raduno di camicie nere, invitando le autorità a intervenire. Retorica sui valori della Resistenza, fiducia nello Stato, e nulla più. Come al solito.
Ciò che l’antifascismo istituzionale non ha fatto (né in quei luoghi né altrove), lo hanno fatto un po’ di benzina e di diavolina: chiudere un covo fascista.
Il 27 agosto, tre compagni – Filippo, Andrea e Lorenzo – sono stati posti agli arresti domiciliari tra Parma e Modena perché accusati di esseri i responsabili di quell’azione incendiaria.
Non ci interessa sapere se sono stati loro.
Ciò che sappiamo è che sono compagni che abbiamo avuto a fianco nelle lotte di questi anni.
Ciò che sappiamo è che un avamposto neofascista in meno rappresenta un po’ più di libertà per tutti.
Da questo ricaviamo tutto quello che ci serve per essere solidali con i tre compagni.
Da questo si può e si deve partire per una mobilitazione che porti Pippo, Andre e Tommi di nuovo fra noi.
In fondo l’alternativa – resa ancora più netta dal clima di caccia all’immigrato che si respira ovunque e che fornisce ai fascisti un terreno ideale di propaganda e di organizzazione – è secca: o si smette di urlare certi slogan, o si assumono e si difendono le conseguenze cui chiamano.

compagne e compagni di Trento e Rovereto

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Xenofobia e violenza a Rovereto

XENOFOBIA E VIOLENZA A ROVERETO

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Pubblichiamo uno scritto su un episodio avvenuto lo scorso mese a Lizzana di Rovereto.

Sabato 15 agosto presso il pub “Druido”, in Piazza Sant’Antonio a Lizzanella di Rovereto, si è verificato un episodio di violenza e razzismo nei confronti di alcuni ragazzi di colore, clienti del Pub quella sera.
Una rapida descrizione dell’accaduto: alcuni ragazzi africani ordinano una bottiglia di vino al barista e proprietario del Pub, che chiede loro 10 euro per prenderla e lasciare il locale, altrimenti 20 euro per consumarla al tavolo. I ragazzi si accomodano ed il barista porta loro vino e bicchieri. Dopo poco, forse un malinteso porta alla requisizione da parte dell’esercente della bottiglia già aperta e consumata per metà dal tavolo dei clienti…
Mentre proprietario e ragazzi cercano di chiarirsi, sopraggiunge un auto dalla quale scende di corsa un uomo che comincia ad urlare contro i ragazzi queste frasi: “Negri di merdaaa!”, “Qui non vi vogliamooo!”, “Io sono un italiano vero!” “Andate viaaaaa, via di qui sennò vi ammazzo” …Avvicinandosi sempre più ai ragazzi li fa alzare dal loro tavolo e li caccia via, prima insultandoli, poi mettendo loro le mani addosso.
I ragazzi non reagiscono ma indietreggiano impauriti e si allontanano. Uno di loro rimane sul posto, vuoi per saldare il conto, vuoi per cercare risposte dall’esercente. A lui è riservato il trattamento peggiore: viene spinto e allontanato con violenza dall’uomo che gli lancia contro un bidone di plastica rigida per la raccolta del cartone che si trovava accanto al Pub.
I ragazzi scappano dalla piazza di Lizzana e dall’infamia razzista dell’uomo.
Sconcertante rimane il comportamento dell’esercente del Pub Druido il quale non muove un dito anzi, mantenendo una parvenza super partes, lascia all’uomo completa libertà d’azione.
Non contento, l’uomo ha poi minacciato ed insultato alcuni clienti del bar che hanno “osato” chiedergli di comportarsi diversamente, rivolgendo loro frasi quali “fammi vedere la tua faccia da
coglione”, “prenditi i negri a casa tua”, “se difendi i negri vuol dire che ti piacciono i loro c***i” e altro ancora, sempre senza essere fermato dal proprietario del bar, amico suo.
Questo grave episodio di violenza razzista verificatosi nella nostra città non può e non deve
passare inosservato.
Beceri personaggi come questi prendono ogni giorno più coraggio e agibilità, nutriti dall’onnipresente retorica razzista che mass media e perfidi personaggi istituzionali non si fanno scrupoli ad alimentare.
Oggi, come non mai, ogni individuo che rigetta la tendenza all’esclusione e all’odio infondato e mediaticamente sostenuto, deve considerarsi soggetto essenziale da attivarsi per contrastare ogni forma di razzismo e rigurgito di fascismo.

INVITIAMO QUINDI AD OGNI FORMA DI AZIONE E RESISTENZA PER LIMITARE L’AGIBILITÀ DI TUTTI COLORO CHE ALIMENTANO LA PAURA E L’ODIO RAZZIALE; IN QUESTO CASO, DUNQUE, PARTENDO DAL NON FINANZIARE PIÙ IL PUB “DRUIDO”.

Roveretani contro il razzismo e il fascismo – Fuori i razzisti dalle città!

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