Dax odia ancora!

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Non dimentichiamo la notte nera di Milano: il 16 marzo 2003 un gruppo di fascisti uccide a coltellate Davide “Dax” Cesare, compagno antifascista.

Per Dax e per tutti gli uccisi da mano fascista chiudiamo Casapound!

Giovedì 13 marzo, dalle 18.00 a Sociologia:

PROIEZIONE DEL VIDEO “LA NOTTE NERA DI MILANO”.                                               DISTRIBUZIONE MATERIALE INFORMATIVO                                                                   APERITIVO BENEFIT PER L’ASSEMBLEA ANTIFASCISTA

                                                                                                  Assemblea Antifascista                                                                                                              trentoantifascista.noblogs.org        

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L’Assemblea Antifascista si riunisce ogni mercoledì alle 18.00 in Aula Rostagno Autogestita sempre a Sociologia.

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Agli abitanti di via Marighetto sul 19 febbraio

Pubblichiamo il volantino distribuito agli abitanti di via Marighetto nei giorni successivi alla serata del 19 febbraio, per spiegare com’è andata la serata.
 
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“È sempre Ora di festeggiare” : queste le parole pubblicate sul profilo Facebook del Baluardo.

Casapound Trento invitava a brindare nella sede la sera del 19 febbraio – anniversario dell’assassinio di Ancilla “Ora” Marighetto, partigiana trucidata a diciassette anni nel 1945 dai fascisti del Corpo di Sicurezza Trentino, che collaboravano con le truppe naziste.

Con questo gesto i “bravi ragazzi” di Casapound hanno mostrato al quartiere di Madonna Bianca la loro vera faccia, quella di organizzazione neofascista pronta a rivendicare la continuità con i suoi precursori in camicia nera.

Come assemblea antifascista avevamo organizzato una serata di letture e proiezioni per ricordare “Ora”, una donna che aveva scelto di non stare a casa “al proprio posto” ma di combattere in prima linea gli oppressori nazi-fascisti.

Saputo dell’insulto alla sua memoria fatto dai camerati di Casapound, rinchiusi a brindare nella loro sede, la volontà di scendere in via Marighetto a deporre una corona di fiori e porre una targa all’inizio della via, ha acquisito per tutti i presenti maggiore significato: far capire ai fascisti di oggi che, come ieri, c’è chi è non li vuole ed è disposto a mettersi in mezzo.

Come al solito i casapoundini non hanno trovato di meglio da fare che nascondersi dietro la polizia, presente per proteggerli.

Quelli nella via erano un pugno di fascisti, fieri del loro sessismo, razzismo e vigliaccheria, autori, anche a Trento, di numerose aggressioni contro immigrati, studenti, omosessuali, antifascisti.

Quelli dei saluti romani e del coro “Alle compagne faremo vedere quanto è duro il cazzo delle camicie nere”.

Questo non può che stridere con le frottole che hanno raccontato in questi mesi: l’associazione culturale, il volontariato, il cibo per i gatti abbandonati, etc.

Non lasciargli alcuno spazio è necessario per porre fine alla loro attività squadrista.

Di questo tutti devono essere consapevoli, in particolare chi si ritrova ad essere loro “vicino di casa”. Non è volontà degli antifascisti procurare problemi al quartiere, ma non si può pensare né di avere una sede fascista di fronte a casa e non ritrovarsi i fascisti per strada né che non ci sia qualcuno che intenda cacciarli, con ogni mezzo.

A chi ci dice che i problemi sono altri, rispondiamo che in parte siamo d’accordo: abbiamo ben altro da fare che correre dietro a quattro nostalgici del ventennio, e per questo vogliamo chiudere il prima possibile questa partita.

Nel nome di “Ora” e per una città libera dal fascismo, chiudiamo Casapound!

Assemblea antifascista

trentoantifascista.noblogs.org

L’Assemblea antifascista non utillizza intermediari, né giornalisti né quotidiani locali e si riunisce ogni ogni mercoledì a Sociologia in Aula Rostagno alle 18:30

Agli abitanti di via Marighetto sul 19 febbraio

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19 febbraio. Noi non dimentichiamo!

Serata in ricordo nell'anniversario dell'uccisione di Ancilla "Ora" Marighetto.

Serata in ricordo nell’anniversario dell’uccisione di Ancilla “Ora” Marighetto.

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Sulla giornata di Domenica 9 febbraio

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Casapound ha tentato la sua prima uscita pubblica in occasione della commemorazione dei “martiri” delle foibe organizzata dai fascisti (più o meno) ripuliti di Fratelli d’Italia.

La Giornata del Ricordo è una data istituita per consentire ai fascisti di scendere nelle strade, sfruttando mistificazioni storiche vecchie di decenni, per sfilare nell’indifferenza, quando non nella legittimazione, dell’opinione pubblica.

Inutile dire che già nel primo pomeriggio il luogo del presidio era circondato dalle forze dell’ordine, ben attente a proteggere il ritrovo dei “ragazzi di Casapound”.

Nonostante questo, la serata per loro non è trascorsa tranquilla.

Fuori dalle retoriche ufficiali che vorrebbero tutti uguali, fascisti e antifascisti, oppressori e oppressi in rivolta, ci siamo ritrovati per ricordare i morti provocati dal fascismo, i campi di concentramento per la popolazione slava dei territori occupati dall’esercito italiano, le rappresaglie contro i civili inermi per colpire la resistenza partigiana.

Per ricordare i compagni ammazzati dal Novecento a oggi dalle squadracce al soldo – come sempre – dei padroni di turno, le vittime delle bombe nere piazzate dai fascisti nelle piazze e sui treni negli anni ’70 e ’80, gli immigrati pestati e uccisi dagli odierni difensori della Razza e della Nazione.

Perchè l’operato di Casapound è in perfetta continuità con quello dei suoi predecessori in camicia nera.

Abbiamo voluto ribadire ai fascisti di Casapound, nascosti a sbandierare dietro le camionette di polizia e carabinieri, che a Trento per loro non c’è spazio, né in via Marighetto né altrove.

Perché conosciamo bene la realtà di quell’ “associazione culturale”, il portato di razzismo e xenofobia che si nasconde dietro il volontariato e le passeggiate in montagna, il sessismo per cui rinchiudersi in casa a fare figli diventa la missione di ogni donna, il servilismo nei confronti dei padroni che ha portato Alba dorata a caricare a fianco della polizia greca e Casapound ad aggredire gli studenti in piazza Navona. Perché siamo incompatibili con tutto ciò che il fascismo rappresenta.

Per questo non daremo loro tregua e invitiamo tutte e tutti coloro che hanno a cuore la libertà e in disprezzo i burattini del potere a stare sempre nelle strade contro i fascisti, togliendo loro ogni agibilità.

Assemblea antifascista Trento

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Noi ricordiamo!

imagesDi foibe si iniziò a parlare nel secondo dopoguerra, per giustificare il rifiuto dell’estradizione di criminali di guerra italiani in Jugoslavia. Nel 2004, su iniziativa sia dei post-fascisti traghettati nel “centro-destra” sia di un “centro-sinistra” incline all’unità nazionale, fu istituita – per la data del 10 febbraio – la Giornata del Ricordo, “al fine ricordare, fare conoscere e perpetuare la millenaria storia e presenza italica nelle stesse terre [Istria, Fiume e Dalmazia], nonché la tragedia delle migliaia di italiani nelle foibe istriane e dell’esodo di 350 mila istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”.

Per gruppi come Casapound questa è la giornata dell’orgoglio fascista, occasione per riabilitare criminali di guerra, fascisti e collaborazionisti, nonché per ottenere una legittimità politica, supportata dal riconoscimento dello Stato.

A Trento è un modo per poter essere presenti, facendosi scudo dei morti e di una memoria storica sfocata, nelle strade di una città che in questi mesi ha dimostrato di non volerli.

La vicenda del “confine orientale” è l’esempio di come il nazionalismo sia morte e distruzione.

Già i “patrioti” italiani dell’Ottocento affermavano la necessità dell’annientamento della componente slava. La crisi dello stato liberale diede carta bianca alle azioni di stampo fascista, finanziate dalla borghesia, contro il movimento operaio e contro sloveni e croati. Con il fascismo iniziò una guerra senza quartiere a coloro che erano definiti “allogeni”, cioè estranei, concretizzatasi in una politica di italianizzazione forzata, segnata da episodi brutali quali la Strage di Strujan, dove le camice nere spararono per diletto su bambini slavi, uccidendone due, e l’incendio del Narodni Dom a Trieste, sede delle organizzazione slovene.

La guerra, oltre a stupri, omicidi, rastrellamenti, incendi di interi villaggi, permise al regime di allestire nei territori invasi una vasta rete di campi di concentramento per slavi, non dissimili da quelli nazisti, in cui vennero internati migliaia di civili. In uno di questi, a Gonars, morirono 500 persone, fra cui almeno 70 bambini.

Le foibe, cavità carsiche naturali, divennero fosse comuni, usate dagli occupanti fascisti per quella che era un’autentica pulizia etnica ai danni delle popolazioni “non-italiane”.

Con la vittoria delle formazioni partigiane non mancarono i regolamenti di conti e nelle foibe ci finirono numerosi torturatori fascisti, ma non parliamo certo delle cifre mirabolanti riportate dai “revisionisti storici”, che arrivano a parlare di 20.000 “infoibati”. Per la precisione sono da individuare due periodi distinti. Nel 1943, durante la conquista temporanea di quei territori da parte dei partigiani di Tito, vi furono episodi di giustizia sommaria dei soggetti più compromessi con il regime fascista, per lo più da parte dei contadini croati. Secondo fonti nazifasciste i morti nelle foibe istriane in quel periodo furono dai 300 ai 400 (le salme recuperate sono in realtà 200). Successivamente, nel maggio 1945, furono fucilate 500 persone, di cui venne per lo più accertata dal Tribunale Militare la passata appartenenza a forze militari o collaborazioniste del nazifascismo. Solo alcune decine vennero realmente “infoibate” e per queste morti vi furono nei mesi successivi processi e condanne, da cui risultò che si era trattato in genere di vendette personali nei confronti di spie o soggetti ritenuti tali.

Sicuramente ci andarono di mezzo anche persone che nulla c’entravano, ma è questo ciò che accade in guerra: una guerra voluta dal regime fascista, con le sue mire imperialistiche e le sue teorie razziste.

Fuori dalle retoriche ufficiali, che vorrebbero tutti uguali, fascisti e antifascisti, oppressori e oppressi in rivolta, noi siamo qui per ricordare.

Ricordiamo i morti provocati dal fascismo, i campi di concentramento per la popolazione slava nei territori occupati dall’esercito italiano, le rappresaglie contro i civili inermi per colpire la resistenza partigiana.

Ricordiamo i compagni ammazzati dalle squadracce al soldo – come sempre – dei padroni di turno, in un dopoguerra che lasciò i fascisti al loro posto, sancendo una Liberazione incompleta.

Ricordiamo le vittime delle bombe nere piazzate dai fascisti con la copertura dello Stato nelle piazze e sui treni negli anni ’70 e ’80.

Ricordiamo gli immigrati pestati e uccisi dagli odierni difensori della Razza e della Nazione.

Ricordiamo qual’è l’operato di Casapound dalla sua nascita, in perfetta continuità con i suoi padri in camicia nera.

Per questo non daremo loro tregua e invitiamo tutte e tutti coloro che hanno a cuore la libertà e che disprezzano i burattini del potere, a scendere sempre in strada contro di loro.

 Assemblea antifascista Trento

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