Solidarietà verso Andrea da Genova

da informa-azione.info
 

Genova – Attaccata sede de Il Secolo XIX

Il Secolo XIX da sempre organo di stampa del potere, dei magistrati e della questura.
Nella notte del 22 maggio, giorno di inizio del processo contro Niccolò, Chiara, Mattia e Claudio, imbrattate con vernice rossa le insegne e spaccate tutte le vetrine.
Fino a quando darete inchiostro alla vostra infamia sarete sempre colpiti.
Un abbraccio solidale a Andrea, in ospedale a Trento perchè accoltellato dai fascisti la cui agibilità è garantita dalla polizia e dai media di regime.
Azione diretta!!!

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Contro il fascismo, violenza proletaria!

da cpogramigna.org
 

Il 16 maggio ad Arco in provincia di Trento i fascisti accoltellano un compagno, i fendenti arrivano molto vicini al fegato, a dimostrazione della volontà di uccidere. I media della borghesia parlano di rissa e di “scontro tra opposte fazioni”, termini con i quali si cerca di gettare fumo negli occhi delle masse di fronte a questi vili attacchi e di coprirne la matrice fascista. Probabilmente non è un caso che l’aggressione avvenga a poche settimane dal Festival dell’Economia che si terrà proprio a Trento e che ospiterà i signori dello sfruttamento e della miseria da Marchionne al Ministro dell’Economia Padoan, a monito per chi lotta e non vuole far passare sotto silenzio la kermesse padronale. La borghesia dal fascismo non è mai tornata indietro e le azioni degli squadristi si pongono al servizio di polizia e magistratura con il chiaro obiettivo di fermare e colpire chi lotta contro questa società iniqua e difendere con ogni mezzo i propri interessi di classe. Interessi che in questa fase di crisi acuta del sistema capitalista si traducono nella tendenza alla guerra sul fronte esterno e nell’attacco ai diritti e alle conquiste delle masse sul fronte interno, reprimendo chi alza la testa. Oggi come ieri la borghesia mobilita i fascisti a difesa dei propri interessi imperialisti come sta avvenendo in Ucraina e gli arma contro le masse in rivolta, seminando la morte e il terrore come a Odessa. Siamo sicuri che di fronte a queste barbarie i compagni, gli antifascisti e i proletari risponderanno senza tregua. Dalle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, alla lotta in Val di Susa, dai posti di lavoro ai quartieri, fischia un vento di riscossa contro i piani d’oppressione della borghesia e i suoi fedeli cani fascisti.

Tenere alta la bandiera della solidarietà verso chi resiste e non si arrende è un dovere di tutti!

Al fianco di Andrea, compagno colpito dalla violenza fascista!

Al fianco di chi lotta per una società senza classi, guerra e sfruttamento!

Collettivo Politico Gramigna

 

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Sul quarantennale della strage di Piazza della Loggia e le ricorrenze delle “stragi comandate”

 

loggia_autoCut_664x230È capitato spesso, durante i volantinaggi, nei “buca a buca” per far sapere alle persone cosa significasse avere una sede di fascisti in città, che qualcuno ti rispondesse che, se questi sono gentili e non “disturbano”, non è un problema, almeno per loro. Come se il fascismo si potesse misurare con le buone maniere e non per le sue idee aberranti, basate sulla sopraffazione, sul razzismo e l’odio verso il diverso, con le sue pratiche infami fatte di pestaggi in dieci contro uno, molotov contro i campi sinti e accoltellamenti agli antifascisti.

Ci sono poi giornate come quella di oggi con l’anniversario della strage di Piazza della Loggia, e ci si rende conto che i fascisti sono anche altro rispetto a quello a cui si è dinanzi nella realtà odierna. Sono le bombe nelle piazze, nei treni, nelle stazioni. Sono quelli che organizzavano attentati dinamitardi per colpire indistintamente, con la finalità di terrorizzare la gente che ieri alzava la testa contro le miserabili condizioni di vita in cui giacevano.

Ed è in questi giorni che ci si accorge che, con chi basa le proprie valutazioni sui fascisti in base alla gentilezza, o a chi si accontenta del triste spettacolo della pacificazione sociale e della rivisitazione, che giustifica il terrore fascista con l’agghiacciante teoria degli opposti estremismi, (quella che oggi viene chiamata guerra tra bande), rimane poco da dirsi.

Con buona pace dei morti dilaniati dalle bombe fasciste. Come se i fascisti di oggi non avessero nulla da spartire con quelli di ieri.

Sono giorni come questi, in cui ci si accorge che c’è una differenza abissale tra chi lotta contro il fascismo ogni giorno e il teatrino delle commemorazioni delle istituzioni, degli articoli e i servizi dei giornalisti che nascondono e proteggono i fascisti di oggi.

Sono giorni come questi che ci si accorge che le celebrazioni non servono a nulla se non c’è collegamento, una continuità con quanto accade nel presente, che non c’è possibilità di confronto con l’indignazione nelle ricorrenze delle stragi “comandate”.

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…e ora le molotov contro il campo sinti..

Rogo-ereticiNella notte fra il 18 e il 19 maggio sono state lanciate due molotov, collegate ad una bomboletta del gas, contro le roulotte del campo Sinti di Piedicastello, dove vivono una ventina di persone. Se una delle famiglie non fosse stata sveglia avrebbe potuto bruciare viva.

I sinti hanno raccontato che si tratta del settimo attacco incendiario da febbraio. E per di più un pomeriggio, dopo uno degli attacchi, un ragazzo era passato con un auto gridando “brucerete vivi”.

È evidente che le aggressioni fasciste, le sparate razziste della Lega e gli attacchi incendiari contro i sinti fanno parte di uno stesso clima aggravatosi con l’apertura di Casapound.

Di seguito il comunicato dei Sinti di Piedicastello.

A Trento c’è un’emergenza democratica.

A Trento, città tollerante e tranquilla, negli ultimi due mesi e per diverse notti bottiglie Molotov hanno sfiorato camper e roulottes dove dormivano uomini, donne e bambini; per troppe volte la tragedia è stata sfiorata. Dentro quei camper e quelle roulottes c’erano uomini, donne e bambini, c’erano Sinti.

Siamo sconvolti, amareggiati, preoccupati. La mano che ha buttato le bottiglie incendiarie lo ha fatto con l’intento di colpire, non solo di lanciare avvertimenti, con l’intento folle di fare del male. Fare del male a delle persone semplicemente perché appartenenti a una cultura diversa.

Gli spettri della violenza razzista, mai sopiti, riappaiono, proprio qui, nella nostra città.

Chiediamo a tutte le cittadine e a tutti i cittadini democratici di Trento di prendere la parola, di dire basta, di mobilitarsi contro questa violenza folle. Per dire che dentro quelle roulottes ci sono uomini, donne, bambini. E basta.

Chiediamo a coloro che hanno buttato le bottiglie Molotov di riflettere sul loro gesto e sulla follia insensata dell’odio razziale, che arriva a giustificare la violenza e l’omicidio contro persone inermi.

Fermatevi ora.

Chiediamo a tutte le forze politiche, alle associazioni di mobilitarsi, perché la democrazia, la tolleranza non sono valori acquisiti una volta per tutte. Vanno difesi.

Le famiglie sinte di Piedicastello

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Con Andrea solidarietà, fuori i fascisti dalle città!

Lunedì 19 maggio, a Trento, si è svolto il presidio davanti all’ospedale S. Chiara, dov’era ricoverato Andrea, un ragazzo antifascista accoltellato da fascisti ad Arco il venerdì precedente.

Il presidio, cominciato alle 17,00, si è poi trasformato in un corteo spontaneo fino in centro città. I circa 150 partecipanti hanno ricordato le varie aggressioni fasciste avvenute dall’apertura di Casapound in avanti. Tra interventi e cori il messaggio era molto semplice: ora basta.

Il presidio-corteo è stato anticipato da un’iniziativa davanti alla stazione dei treni. Mentre un gruppo sotto distribuiva volantini, quattro compagni sono saliti sulla terrazza della stazione con fumogeni, striscioni e megafono. Ora in tanti sanno che i fascisti sono potenziali assassini.

Si tratta di trarne le debite conseguenze.

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