Raid fascista contro l’Ardita San Paolo

Riportiamo un articolo (tratto da Infoaut) sulla spedizione squadrista contro la squadra popolare dell’Ardita San Paolo (Roma), che ha visto coinvolti membri di CasaPound.

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Un’aggressione in pieno stile squadrista quella avvenuta ieri pomeriggio sugli spalti del campo di calcio di Magliano Romano, dove si trovavano i tifosi dell’Asd Ardita, squadra di terza categoria. Un vero e proprio agguato neofascista verificatosi ieri pomeriggio intorno alle 16: una cinquantina di persone, a volto coperto, sono scese da una decina di macchine con targa coperta e sono entrati nelle tribune del campo da calcio, aggredendo con inaudita violenza le persone che si trovavano sugli spalti in quel momento. Ad essere feriti in modo grave, almeno 6 tifosi dell’Asd Ardita, colpiti da manici di piccone e spranghe.

L’agguato di ieri era evidentemente pensato con cura per intimorire chi supporta un diverso modo di praticare lo sport, fuori dalle dinamiche presenti oggi nel mondo del calcio. Non è irrilevante infatti la natura dell’Asd Ardita stessa, una squadra di calcio popolare che porta avanti i valori dell’antirazzismo, solidarietà e aggregazione. Se gli autori dell’agguato sono riconducibili a ambienti dell’estrema destra, l’attacco sembra rivelare una doppia natura: i tifosi aggrediti infatti, non solo sono dichiaratamente antifascisti, ma portano avanti un progetto di condivisione e aggregazione di sport popolare. Una forma di praticare sport che inevitabilmente tiene uniti quell’insieme di valori che ai personaggini in doppiopetto invece creano dei pruriti, sfogati in vili aggressioni come quella di ieri.

Intanto oggi si apprende dai quotidiani nazionali che nove degli aggressori sono stati arrestati dai Carabinieri al casello di Civita Castellana e attualmente si trovano agli arresti domiciliari. Si tratterrebbe di 6 viterbesi e 3 romani, tutti riconducibili agli ambienti neofascisti di Roma e dintorni. Non è certo nostro interesse andare a vedere i risvolti processuali della vicenda, ma gli arresti di oggi testimoniano da una parte la natura dell’attacco, a differenza di quanto i quotidiani riportavano ieri, e continuano tutt’oggi, delineando la matrice neofascista come probabilistica ma non certa. Dall’altra parte, più importante sarebbe andare ad analizzare il clima e le conseguenze politiche e sociali della vicenda.

Di seguito il comunicato dell’Ardita San Paolo in merito all’accaduto.

COMUNICATO sui fatti avvenuti durante la partita Magliano Romano – ASD Ardita

Durante la partita di oggi abbiamo subito un’aggressione sugli spalti da parte di persone a volto coperte e armate di spranghe e bastoni.
Questi fatti ci lasciano attoniti in quanto non comprendiamo le motivazioni alla base di tale gesto.
Questa è la terza stagione che ci vede protagonisti all’interno dei campionati federali, nei quali abbiamo sempre riscosso un notevole successo in termini di partecipazione e consenso dimostratoci anche dalle società calcistiche incontrate sul nostro cammino.
In conclusione, questo attacco è da considerarsi rivolto non soltanto a noi bensì a tutte le società che promuovono un modello differente di sport e a tutte quelle realtà sociali che operano nei territori di Roma e limitrofi.

AVANTI ARDITA!

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Accesso negato nelle facoltà? Sì, ma a fascisti e razzisti!

Riportiamo qui di seguito il testo del volantino distribuito agli studenti universitari in occasione della campagna elettorale accademica, che quest’anno vede candidarsi una lista, presunta “apolitica”, legata ai giovani di Fratelli d’Italia.  

(1) Il logo del raduno nazionale dei giovani di Fratelli d'Italia...

(1) Il logo del raduno nazionale dei giovani di Fratelli d’Italia…

(2) ... e il logo della lista "indipendente e non ideologica" Atreju Trento.

(2) … e il logo della lista “indipendente e non ideologica” Atreju Trento.

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Quest’anno per le elezioni universitarie si è presentata fra le altre una lista dal nome Atreju Trento, che si definisce «un gruppo di studenti, eterogenei per provenienza che rivendicano la propria indipendenza da ogni organizzazione extrauniversitaria.»
La sigla, il logo e parte dei candidati di Atreju sono direttamente riconducibili a Fratelli d’Italia, partito che raccoglie i fascisti in doppiopetto dell’ex-Alleanza Nazionale.
In Trentino Fratelli d’Italia vede fra i suoi esponenti Manfred de Eccher e il padre Cristiano de Eccher, a suo tempo noto picchiatore neofascista, ritenuto dalle indagini sulla strage di Piazza Fontana come il custode del timer della bomba.
La loro (sporadica) attività politica a Trento nell’ultimo periodo si è limitata a fare da sponda agli squadristi di CasaPound, anche tramite la testata online “Secolo Trentino” (sempre pronta a dare spazio ai comunicati del Baluardo, sezione trentina di CasaPound) e a organizzare alcuni presidi “anti-degrado” contro la presenza nel centro di “accattoni e prostitute”.
Parole non rimaste prive di seguito, visto che, dopo uno di questi gazebi di Fratelli d’Italia, due prostitute sono state ferite con pistole a pallini da alcuni giovani.
Non è un caso che fra i punti del programma della “non-idelogica” Atreju Trento spicchi la richiesta di introdurre «badge per accedere ai bagni delle facoltà, al fine di impedirne l’uso ad accattoni e prostitute».
Una proposta chiaramente razzista, classista e perbenista, perfettamente in sintonia con le campagne cittadine di Fratelli d’Italia.
L’attività di Atreju/Fratelli d’Italia è l’ennessimo elemento di un clima di destra crescente a Trento, che accanto alla propaganda dei politicanti vede anche aggressioni contro antifascisti, giovani “alternativi”, sinti, senzadimora.
Per quanto ripuliti e in doppio petto, non possiamo accettare la propaganda di questi fascistelli nelle facoltà universitarie come nelle strade.
Non sono certo i poveri e gli emarginati da questa società che vogliamo tenere fuori dai luoghi che viviamo, ma bensì fascisti e razzisti di ogni risma e sotto ogni travestimento.

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Fascisti & polizia: dibattito teorico e dimostrazione pratica.

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Il 5 novembre, presso la facoltà di sociologia di Trento, si è svolto un incontro/dibattito sulla storia dello squadrismo fascista con un compagno della libreria Calusca di Milano. L’intervento del compagno ha ricostruito con molta precisione le caratteristiche dei fasci di combattimento e dei primi quattro anni del movimento mussoliniano. Sono emersi chiaramente i finanziamenti da parte degli agrari e degli industriali, la connivenza e poi la piena collaborazione da parte di polizia, carabinieri ed esercito, il ruolo della magistratura e della Chiesa, nonché gli aspetti logistico-organizzativi delle “spedizioni punitive” fasciste (i cui elementi fondamentali erano i camion messi a disposizione dall’esercito e i telefoni forniti da questure, caserme e prefetture). Nell’intervento – ricco di spunti per l’oggi – si è sottolineato come il fascismo del 1919 avrebbe potuto essere facilmente distrutto dalle forze proletarie se queste non si fossero fatte imbrigliare dalla politica e dalle sirene legalitarie.

Nel corso dell’assemblea si è parlato anche del presente e della palese (e sfacciata) collaborazione in atto a Trento tra fascisti di Casa Pound e le forze dell’ordine. Al termine dell’incontro è arrivata la dimostrazione pratica. Una quarantina di compagni se ne va in gruppo per accompagnare alle auto chi doveva ripartire. Due (e poi tre) pattuglie della polizia tagliano la strada ai compagni, con un poliziotto che urla “Fermatevi, zecche!” (nella concitazione del momento evidentemente aveva dimenticato il latino “ixodidae”). Gli agenti cercano di circondare compagne e compagni per perquisirli (gli articoli di giornale erano già pronti per la stampa?), ma la mossa degli antifascisti di partire in corteo li spiazza, nonostante il tentativo di caricarsi un po’ di gente sulle volanti. E i poliziotti rimangono così sul posto aspettando altre pattuglie.

Si è trattato di un chiaro tentativo di intimidire chi a Trento si muove contro la presenza neofascista, non a caso avvenuto a margine di un’iniziativa pubblica e partecipata. Da mesi la triplice alleanza giornali-fascisti-polizia si muove all’unisono, con i ruoli di fascisti e poliziotti che sembrano sovrapporsi. In nome della “lotta al degrado cittadino”, aumentano le aggressioni degli uni e le retate degli altri (a cui partecipano, come nell’episodio raccontato, poliziotti giunti da fuori regione).

Senza inutili anacronismi, cerchiamo di raccogliere e attualizzare alcuni insegnamenti storici. I fascisti sono uno strumento della classe dominante contro il quale vana e funesta è ogni “alleanza con le forze democratiche”. I fascisti non sono “un pericolo per la democrazia”, ma un miserabile ostacolo fra noi e i nostri sogni rivoluzionari. Il nostro antifascismo non è assolutamente difesa della società esistente e delle sue oppressioni: a questo ci pensano infatti fascisti e polizia, eterni cani da guardia del potere, e i fatti continuano a darcene conferma.

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Truppa d’assalto della borghesia – Incontro/dibattito

Truppa d’assalto della borghesia.                                                                                       1919-1922: lo squadrismo fascista e la resistenza proletaria.

Armato e finanziato da industriali e agrari, protetto da gendarmi e magistrati, il fascismo si è imposto con la violenza squadrista. Comprendere le sue origini è fondamentale per capirne la natura e la continuità nella storia italiana.

Anche oggi i “fascisti del terzo millennio” esprimono nelle aggressioni squadriste la loro principale attività, basti pensare alle decine di episodi accaduti a Trento a seguito dell’apertura di una sede di Casapound.

Ed è per contrastarli che è utile tornare a riflettere sulla forza e sui limiti delle prime forme di resistenza proletaria al capitalismo in camicia nera.

Mercoledì 5 novembre, ore 18.00 alla facoltà di Sociologia (via Verdi, Trento), intervento a cura della Libreria Calusca di Milano.

 

assemblea antifascista

trentoantifascista.noblogs.org

TRUPPAD'ASSALTO (1)

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Aggressione a Trento

Nella sera di lunedì 13 ottobre, un gruppo di persone al termine di una cena è stato aggredito nei pressi del cavalcavia della stazione dai fascisti di Casapound, arrivati di sorpresa alle loro spalle con le macchine. Il motivo, è stato essere sullo stesso tragitto che dovrebbe fare chi esce dal centro sociale Bruno.

Il salto di qualità è rappresentato dal fatto che i fascisti abbiano attaccato con il volto coperto. Gli aggressori in superiorità numerica, hanno picchiato, minacciato e insultato i ragazzi e le ragazze presenti.

Facciamo notare che questo è quanto riporta un solo giornale di Trento (il Corriere del Trentino per la precisione). L’Adige e Il Trentino negli stessi giorni ribadivano la loro opera di costante copertura ai fascisti e alle loro azioni politiche, con articoli su cavalli e degrado in centro storico, per niente esplicativi della situazione in città.

Evidentemente il fatto di informare i lettori dei quotidiani su come si muovano i bravi ragazzi di Casapound non è cosa gradita a qualcuno dei piani alti..

Quest’ultima aggressione di lunedì scorso, non è l’ultima e non riguarda solo i “militanti” (questo potrebbe essere un distinguo per qualcuno). Nel mese di settembre si son contate un altro paio di aggressioni in dodici, tredici contro una o due persone.

Solidarietà e vicinanza ai ragazzi e alle ragazze aggrediti.

Non sarà certo l’omertà di qualcuno a fermare l’antifascismo.

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