Ad un anno dall’apertura della sede trentina di CasaPound una cosa è sicura: a Trento i fascisti non possono presentarsi pubblicamente in piazza senza preoccupazioni.
Anche questo 9 febbraio CasaPound ha organizzato una commemorazione per “i martiri delle Foibe” in Largo Pigarelli.
Se la volta scorsa una determinata e non preannunciata presenza di antifascisti aveva dato qualche pensiero alle tartarughine di CPI – sostenute per l’occasione dai camerati di Bolzano e Riva del Garda (e probabilmente anche di altre città) – e alle forze dell’ordine che le proteggevano, quest’anno, dopo le numerose aggressione messe in atto da CasaPound in città, i presidi contro la loro iniziativa sono stati addirittura due.
Da Piazza Venezia un nutrito gruppo di compagni, compatto e autodifeso, ha bloccato la rotonda per poi avanzare verso i cordoni di polizia a difesa dei militanti di CasaPound, Fratelli d’Italia, Atreyu.
La stessa cosa avveniva più o meno nello stesso momento verso Piazza Fiera, dove si era concentrato il presidio chiamato dalla Rete Contro i Fascismi, anche questo con una buona consistenza numerica,prima colpito da un lancio di oggetti da parte dei fasci e poi caricato dalla celere, che per disperdere i manifestanti ha fatto uso di lacrimogeni.
I fascisti hanno abbandonato la piazza scortati, al solito, dalla polizia.
La mobilitazione di lunedì non era solamente contro la mistificazione storica, quando non autentica montatura, rappresentata dalla Giornatata del Ricordo.
Chi è sceso in strada lo ha fatto sopratutto per odio verso quello che CasaPound rappresenta oggi nella nostra città e in Italia.
Fra i cori che hanno risuonato in piazza uno deve essere risultato particolarmente sgradito a chi, per quanto eterno cane da guardia dell’ordine costituito, vorrebbe passare come ribelle e antagonista: “CasaPound, servi di Salvini”.
Attualmente infatti CasaPound ha sposato il progetto leghista di un Front National all’italiana, che unisca le diverse anime della destra nazionalista attorno alle parole d’ordine anti-immigrati già da tempo sdoganate dalla Lega Nord.
Un progetto chiaramente utile ad alimentare il rancore verso gli immigrati, anziché verso gli sfruttatori e le istituzioni che li tutelano.
Oltre che un’occasione di poltrone e finanziamenti per i “fascisti del Terzo Millenio” che come quelli del Secondo sono sempre alla ricerca di un padrone che li foraggi e protegga.
“Sovranità”, associazione politica animata da Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia, è il contenitore e la sigla che dovrebbe fare da cerniera fra la Lega di Salvini e la destra neofascista che orbita attorno a CPI.
La manifestazione romana del 28 febbraio sarà la consacrazione di questa alleanza reazionaria, che non mancherà di certo di ripercuotersi nei territori dove Lega e CasaPound sono presenti.
E proprio nei territori occorrerà accogliere la sfida e dare una risposta.
Per quanto riguarda Trento, la serata del 9 febbraio ha confermato ulteriormente la sfacciata connivenza tra CasaPound e polizia, e la necessità, per gli antifascisti, di scendere in piazza pronti all’autodifesa.
Solidarietà con gli antifascisti attaccati dalla coppia di ferro fascisti – polizia.