Nella notte fra il 18 e il 19 maggio sono state lanciate due molotov, collegate ad una bomboletta del gas, contro le roulotte del campo Sinti di Piedicastello, dove vivono una ventina di persone. Se una delle famiglie non fosse stata sveglia avrebbe potuto bruciare viva.
I sinti hanno raccontato che si tratta del settimo attacco incendiario da febbraio. E per di più un pomeriggio, dopo uno degli attacchi, un ragazzo era passato con un auto gridando “brucerete vivi”.
È evidente che le aggressioni fasciste, le sparate razziste della Lega e gli attacchi incendiari contro i sinti fanno parte di uno stesso clima aggravatosi con l’apertura di Casapound.
Di seguito il comunicato dei Sinti di Piedicastello.
A Trento c’è un’emergenza democratica.
A Trento, città tollerante e tranquilla, negli ultimi due mesi e per diverse notti bottiglie Molotov hanno sfiorato camper e roulottes dove dormivano uomini, donne e bambini; per troppe volte la tragedia è stata sfiorata. Dentro quei camper e quelle roulottes c’erano uomini, donne e bambini, c’erano Sinti.
Siamo sconvolti, amareggiati, preoccupati. La mano che ha buttato le bottiglie incendiarie lo ha fatto con l’intento di colpire, non solo di lanciare avvertimenti, con l’intento folle di fare del male. Fare del male a delle persone semplicemente perché appartenenti a una cultura diversa.
Gli spettri della violenza razzista, mai sopiti, riappaiono, proprio qui, nella nostra città.
Chiediamo a tutte le cittadine e a tutti i cittadini democratici di Trento di prendere la parola, di dire basta, di mobilitarsi contro questa violenza folle. Per dire che dentro quelle roulottes ci sono uomini, donne, bambini. E basta.
Chiediamo a coloro che hanno buttato le bottiglie Molotov di riflettere sul loro gesto e sulla follia insensata dell’odio razziale, che arriva a giustificare la violenza e l’omicidio contro persone inermi.
Fermatevi ora.
Chiediamo a tutte le forze politiche, alle associazioni di mobilitarsi, perché la democrazia, la tolleranza non sono valori acquisiti una volta per tutte. Vanno difesi.
Le famiglie sinte di Piedicastello