Sono indagini della magistratura e come tali prendiamo le informazioni con le pinze, ma alcune informazioni ci permettono di arrivare ad alcune conferme e a tentare di abbozzare un tentativo di analisi.
L’inchiesta “Mondo di mezzo” che in questi giorni occupa le prime pagine dei giornali porta alla luce l’esistenza di un’ organizzazione di stampo mafioso che conferma ciò che viene quotidianamente ripetuto nei bar e nelle osterie. Quei discorsi solitamente definiti qualunquisti e semplificatori, ma che pare corrispondano per l’ennesima volta a realtà: “è tutto un magna magna“, “si fanno solo gli affari loro e dei loro amici” etc.
Ciò che colpisce in questa melma maleodorante che emerge è il forte coinvolgimento di diversi ex militanti dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari, un’organizzazione armata neofascista che teorizzava e praticava lo spontaneismo armato fra gli anni ’70 e ’80), fra cui Massimo Carminati, uomo di raccordo con la malavita romana, in particolare con quella che fu la banda della Magliana, conosciuto dai più come colui che ha ispirato”il Nero” in Romanzo Criminale.
Gli ex Nar Riccardo Brugia, Fabio Gaudenzi e Mario Corsi, il “colletto bianco” e già avanguardista Riccardo Mancini, il “nazista” Gennaro Mokbel, il commercialista Marco Iannilli, piuttosto che il consigliere regionale e figlio della tradizione missina Gramazio junior, il già militante della Destra sociale e quindi “manager” a comando in Enav e Technosky Fabrizio Testa. Anche l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è indagato, lui che pochi giorni fa dopo il pogrom di Tor Sapienza era in piazza contro il degrado delle periferie, negli anni in cui è stato primo cittadino di Roma era stato spesso accusato di avere assunto all’interno di aziende municipalizzate ex picchiatori neri e vecchi amici dal comune passato fascista nelle file missine. Basta ricordare l’assunzione del 2012 per un incarico di consulenza esterno dell’ex Nar Maurizio Lattarulo oppure l’assunzione all’Ama nel 2009 di Stefano Andrini, ex picchiatore fascista.
Vecchi rapporti di amicizia fra camerati che dagli anni 70 al 2014 sono stati tenuti uniti dalla brama di denaro e di guadagno ad ogni costo: corrompendo, intimidendo, pestando.
Il filo che da sempre unisce padroni, politici, fascisti ed affaristi di ogni genere e colore politico trova a Roma la propria apoteosi. Una rete di rapporti che evidenzia come il partito degli affari sia trasversale, considerato che anche esponenti del Partito Democratico sono coinvolti nella gara a chi si intasca più soldi.
In questo pantano di corrotti, fascisti ed affaristi, anche il Trentino entra in gioco.
Il 3 luglio 2014 a Roma viene ucciso nel quadro di un probabile regolamento di conti interno Silvio Fanella, il cassiere di Gennaro Mokbel (indagato in quest’ultima inchiesta), anch’egli legato agli ambienti del neofascismo romano. Accusato dell’omicidio del cassiere è Giovanni Battista Ceniti, ex membro di Casa Pound rimasto ferito nell’agguato che ha portato all’omicido di Fanella. Ceniti, secondo la ricostruzione del giornale “il Fatto Quotidiano” e riportato su questo blog ancora a Luglio, ha in passato frequentato in modo costante le cittadine trentine di Arco e Riva del Garda, realtà quest’ultima in cui da vari anni è consolidata la presenza dell’organizzazione fascista CasaPound .
Per gli smemorati, ricordiamo che non è la prima volta che un fascista legato a Casa Pound è autore di un omicidio: ricordiamo l’assassinio dei due uomini senegalesi uccisi a Firenze dal fascista Gianluca Casseri il 13 dicembre 2011.
Mafia, Stato e affari
Vediamo per l’ennesima volta come il partito trasversale degli affari agisce. I Padroni e i loro servi non si pongono limiti etici se si tratta di fare profitto: si può lucrare su ogni cosa: sugli immigrati, sugli zingari, sullo spaccio di droga, sulla corruzione, sullo smaltimento di rifuti tossici.
Di giorno si fanno i soldi sugli immigrati e sui progetti legati ai campi nomadi, di notte si guadagnano i voti sugli stessi, con attacchi incendiari e pogrom contro rifugiati stranieri, come successo recentemente nel quartiere di Tor Sapienza a Roma.
Per noi questi fatti non rappresentano motivo di stupore, siamo sempre stati consapevoli della funzionalità dei fascisti vecchi e nuovi per il potere. A questo punto si tratta di rispedire al mittente la paura nella quale Potere e mezzi di informazione vogliono farci vivere.
Le menzogne che ci raccontano sul degrado, sull’immigrato o sullo zingaro appaiono nella loro totale assurdità. I responsabili delle condizioni di vita sempre peggiori in cui siamo costretti vivere emergono con sempre maggiore chiarezza: sono gli stessi che a Roma con la mano destra facevano il saluto romano e con la sinistra intascavano le mazzette, sono gli stessi che costruiscono il proprio consenso politico sulla paura incitando alla guerra fra poveri.
I discorsi servili portati avanti dalla Lega Nord e dai suoi alleati di Casa Pound si confermano come la ricetta dei padroni per distogliere l’attenzione degli sfruttati dalle vere cause della propria condizione (aumento spese militari, affitti esorbitanti, case sfitte, sfruttamento del lavoro, precarietà, cure mediche sempre più costose) e per indirizzare la rabbia popolare verso i più poveri.
Anche in un inchiesta come questa emerge la statura morale dei fascisti, in doppiopetto o meno: forti con i deboli e complici con i forti.
Il nemico è chi vota le guerre e non il profugo che da queste scappa.
Il nemico è chi ha reso la casa un lusso con affitti e costi insostenibili e non chi le case le occupa.
I nemici sono i padroni che sfruttano e non i lavoratori che si ribellano.
Terrorista è chi devasta i territori e non chi si oppone alla distruzione delle proprie valli
E’ ora che la paura cambi di campo, invitiamo tutti a partecipare allo spezzone auto-organizzato del 12 dicembre a Trento, ritrovo ore 9 in via Verdi di fronte alla Facoltà di Sociologia, per indirizzare la rabbia nell’unica direzione giusta possibile:
verso l’alto, contro i padroni e i loro servi.