Di oggi la notizia di altri arresti per la giornata cremonese del 24 gennaio. In attesa di maggiori informazioni riportiamo il comunicato del CSA Dordoni. Solidarietà agli arrestati, liberi tutti e subito!
Ancora una volta Questura e Procura cercano con i mezzi più subdoli di arrestare la lotta antifascista e criminalizzare coloro che nella giornata del 24 gennaio hanno tentato di raggiungere e chiudere materialmente il covo nero di via geromini 30, così da porre fine alla spirale di violenze provocata dai fascisti sin dal loro insediamento in città, non ultima l’aggressione subita dal C.S.A. Dordoni la sera del 18 gennaio nella quale un compagno ha rischiato di perdere la vita.
Infatti all’alba di questa mattina sono state arrestate 4 persone residenti nella provincia di Cremona (uno militante del CSA Dordoni), uno da Brescia (al momento latitante), uno di Palermo e uno di Milano, con pesantissimi capi d’accusa, tra i quali devastazione e saccheggio e concorso esterno, collegabili direttamente a quel giorno in cui migliaia di persone hanno segnato una profonda incompatibilità con la presenza di una sede fascista all’interno del territorio cittadino.
Informiamo, quindi gli organi inquirenti e la stampa locale di chi in reltà opera una sistematica devastazione e rapina del territorio riprendendo l’ultima farsa dei rimborsi stanziati dalla regione per la sopra citata manifestazione.
Entrando nello specifico della questione cittadina, già subito dopo il corteo antifascista i politici locali hanno tentato in qualche modo di recuperare denaro per risarcire quella che, a detta loro, era una città devastata al pari di Genova 2001, relegando in secondo piano le dichiarate motivazioni della mobilitazione, cioè l’immediata chiusura del covo fascista di via Geromini.
Proprio il 19 settembre 2015, alle 12:30 sono scaduti i termini per la partecipazione al bando regionale per il risarcimento.
Da qui emerge un dato del quale chiunque abbia attraversato quel corteo era già a conoscenza: “La città messa a ferro e fuoco dagli antagonisti”, “Le azioni criminali dei Centri Sociali” e tutte le altre formule ripetute come un mantra dai quotidiani locali sono, a guardarle bene, una macchina del fango.
Dalle iscrizioni al bando, rese pubbliche, si evince infatti che sono solo 10 le richieste presentate: da banche, sale slot, agenzie interinali e immobiliari. Nessun privato cittadino. Vanno quindi a farsi benedire le “tensioni solidaristiche” di Bordonali, Malvezzi & co. verso i “commercianti colpiti”, proprio perché ad essere risarcite saranno quelle attività che già avevano incassato rimborsi dalle rispettive assicurazioni.
La realtà dei fatti é che questi politicanti da quattro soldi hanno accampato una mera speculazione politica su danni relativamente contenuti, tutta volta a demonizzare chi in quella giornata ha tentato di chiudere la sede di Casapound, responsabile di un’aggressione vigliacca che ha ridotto in fin di vita un compagno del CSA Dordoni, anche arrivando a pesanti frizioni con le forze dell’ordine schierate, come da copione a difesa di una sede che non ha diritto di esistere.
La colpevolezza delle istituzioni, quelle che concretamente e quotidianamente devastano e saccheggiano vite e territori, oltre a risiedere nella truffa palese di questi risarcimenti, sta soprattutto nel non aver voluto comprendere né l’importanza della chiusura di quello spazio fascista.
Ancora una volta urliamo a gran voce che la repressione non ci fermerà e non ci troverà mai impreparati.
LA LOTTA NON SI ARRESTA!
PIPPO, SAMUELE, GIOVANNI MARCO, KULJIT, HASAN, CHRISTIAN E GIACOMO LIBERI!!