A Trento i fascisti esistono e si stanno organizzando.
Hanno aperto una sede, stretto rapporti con la questura e con i camerati delle città vicine, fatto interviste compiacenti con i giornali.
Hanno preparato il terreno e poi sono scesi in strada.
Protetti dalla celere, e stando ben attenti a non farlo sapere prima, hanno fatto la loro becera propaganda elettorale e invocato più polizia contro il “degrado”.
Hanno tentato di comprarsi il consenso regalando pacchi di pasta, ricevendo per fortuna soltanto indifferenza e rifiuti – il minimo in questi casi.
Si sono messi a girare armati di spranghe, catene, coltelli, di giorno come di notte, a caccia di antifascisti o di qualcuno semplicemente “diverso”: infatti si contano una decina di aggressioni negli ultimi due mesi, fra cui il pestaggio di un senza fissa dimora lunedì 26 maggio seguito, a distanza di pochi minuti, dall’aggressione in pieno centro di un antifascista.
Ad Arco il coltello hanno iniziato a usarlo ed è solo grazie al ragazzo che era con lui che Andrea non ha perso la vita.
Mentre da febbraio si contano sette aggressioni al campo Sinti, con lancio di molotov.
A Bologna, dieci anni fa, in circostanze simili morirono due bimbe.
Che è esattamente ciò di cui i sinti sono stati minacciati qui: “Brucerete vivi!”.
Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione di forze dell’ordine e mass media, oltre che di un generale clima sociale non ostile ai fascisti.
Storicamente meccanismi democratici e fascismo non si escludono a vicenda, non a caso oggi in Europa i neofascisti trovano sempre più spazi.
I successi elettorali delle destre reazionarie sono dovuti anche alla loro capacità di stringere alleanze sui temi che li uniscono, primi fra tutti xenofobia e sessismo.
Legami che si fanno via via più visibili: la Lega Nord ha ringraziato Casapound per l’appoggio datole all’ultima campagna elettorale europea; a Trento abbiamo visto le Sentinelle In Piedi unire integralisti cattolici e fascisti di Fiamma Tricolore; il senatore De Eccher copre di fatto gli autori delle molotov contro i Sinti, affermando – due giorni dopo l’accaduto – che il problema semmai è la presenza degli stessi Sinti in città.
Ma l’espansione delle destre è dovuta anche al contributo che la quasi totalità di istituzioni, media e cosidetta società civile offrono nell’indirizzare il malcontento popolare verso la guerra fra poveri.
Così, a Trento, Lega Nord e Casapound possono giovarsi delle campagne contro il “degrado” condotte negli ultimi anni da amministratori di centrosinistra, giornali locali e qualche comitato di quartiere.
Per questo è importante ribadire che quello che fascisti e “democratici” chiamano “degrado” è quasi sempre povertà di mezzi e prospettive.
Una miseria che verrà sempre più amplificata da politiche di austerity finalizzate a fare la guerra ai poveri, non certo alla povertà.
Di fronte a un quadro del genere non mendicheremo dunque giustizia e attenzione e istituzioni e media che sono parte del problema e non certo della soluzione.
È altro quello di cui qui abbiamo bisogno.
Abbiamo bisogno di solidarietà tra sfruttati, perché quando le condizioni di vita si fanno sempre più dure e dove l’isolamento la fa da padrone, lì i fascisti provano a infilarsi.
Di certo c’è bisogno di parlare tanto e con precisione di loro, perché chi ha un po’ di sensibilità li conosca per quello che sono – i soliti vecchi squadristi – e si organizzi di conseguenza.
Di certo c’è bisogno di riappropriarci della violenza, di darci i mezzi della nostra autodifesa, perché non è possibile vivere in una città in cui dietro ogni angolo puoi incontrare la violenza fascista.
Di certo è necessario che la paura cambi di campo.
Di certo c’è bisogno di dare spazio e respiro alle lotte, perché le lotte sono il migliore antidoto al dilagare dei neofascisti, che saranno sempre nemici di ogni lotta reale, cani da guardia dell’esistente.
SOLIDARIETA’ ALLE FAMIGLIE SINTE DI PIEDICASTELLO!
FERMIAMO LE AGGRESSIONI RAZZISTE E FASCISTE!
Assemblea Antifascista Autorganizzata