Corteo fascio-leghista a Roma, Borghezio a braccetto con Casapound
La Lega nord è il partito del razzismo democratico. L’icona della pulizia etnica in nome della liberazione di non bene precisate zone d’Italia, ma che poi finisce immischiata in storie di tangenti e corruzione. E questo giusto per una breve presentazione. In mancanza di credibilità per le elezioni, usa la carta già usata in tempi meno recenti, cercando sponde nell’estrema destra, leggisi questo giro Casapound, per raccogliere il numero di voti per non perdere il treno del potere. L’elezione di Borghezio (si si, Borgezio, quello lì..) al parlamento europeo avviene al grido di “difendiamo Roma dall’immigrazione”, dopo aver condotto per anni, tra le altre, la battaglia contro Roma ladrona (ma è comoda la poltrona, recita una scritta in città) reinventandosi difensore della identità romana. Infinite le vie per un posto in parlamento, in questo caso è chiara la boutade da parte dei leghisti e dei fascisti: da una parte i primi, cercano appoggio in zone non propriamente consone alla loro “etnia” per accaparrarsi i voti necessari con i proclami populisti per tornare ai vecchi tempi e dall’altra, i fascisti possono appoggiarsi ancora una volta a partiti politici di un certo “peso” e godersi anche loro un posto al sole.
Uno scenario ipotizzabile pure qui in fin dei conti: tra i fascisti “ribelli” che invocano più polizia contro il degrado (e casualmente nell’oscurità a qualcuno gli scappa più di una bottiglia piena di benzina verso il campo dei Sinti vicino alla motorizzazione) e la Lega che farnetica la solita litania contro gli immigrati le differenze non sono poi così tante quando si tratta di fare la guerra ai poveri… È la democrazia baby. Enjoy it!
da contropiano.orgChe ci faceva l’ultrà della Padania Mario Borghezio assieme ai camerati – per definizione nazionalisti italiani – di Casapound nelle vie del quartiere romano dell’Esquilino? Marciavano insieme, mettendo da parte gli aspetti non coincidenti della loro ideologia (anche perché la Padania non esiste…) per gettare veleno contro stranieri e migranti, accomunati negli slogan e negli striscioni, in un’unica invettiva, al degrado e all’abbandono di cui in effetti il quartiere soffre, e non certo solo negli ultimi mesi. La manifestazione era stata organizzata dagli squadristi di Iannone, nel quartiere tra i più multinetnici della Capitale, dove tra l’altro sorge la sontuosa sede del movimento neofascista gentilmente donata ai camerati dalla precedente amministrazione capitolina.
In campo, per l’occasione, tutta la retorica razzista e xenofoba che caratterizza la velenosa propaganda dell’estrema destra. “Non ne possiamo più di centri e campi rom, prima ci siamo noi”, recitava uno striscione e “Alcuni italiani non si arrendono” un altro. Slogan poco in linea con i problemi del quartiere. Ma perché denunciare e affrontare i problemi veri dei romani quando più semplicisticamente basta indicare il capro espiatorio di turno?
A sfilare nella mattinata di oggi da Piazza dell’Esquilino fino a Piazza Madonna di Loreto sono state alcune centinaia di persone, accompagnate da un contistente numero di tricolori italiani e di bandiere della composita galassia dell’estrema destra. A mo’ di foglia di fico per i fascisti del terzo millennio sono stati esposti alcuni abitanti di alcuni quartieri della periferia est di Roma, Settecamini e Ponte di Nona, per dire “basta ai fumi tossici dei campi rom, basta all’immigrazione incontrollata, basta ai centri d’accoglienza”.
“La nostra non è una manifestazione razzista” ha avuto la faccia tosta di raccontare alle agenzie di stampa uno dei caporioni romani di Casapound, Mauro Antonini, che poi ha aggiunto: “Ci sarebbero altre soluzioni per ospitare e integrare meglio gli immigrati, come ad esempio alcune aree rurali intorno al Raccordo (!) e inoltre contestiamo che i flussi immigratori arrivino tutti qui e non in altre capitali d’Europa”. Peccato che in Italia, e a Roma, negli ultimi anni la maggior parte degli immigrati siano solo di passaggio proprio diretti alle ‘altre capitali d’Europa’ e sempre più sono quelli che lasciano il nostro paese alla volta di stati dove è più facile trovare lavoro. Ma la demagogia xenofoba funziona così, basta vomitare un po’ di veleno contro gli ‘stranieri’, non importa che le tre frasi messe in fila per l’occasione siano razionali o fondate su elementi di verità.
Insieme ai fascisti del terzo millennio e il solitario ma ingombrante Borghezio a sfilare in un quartiere indifferente – ma purtroppo tollerante – c’erano anche alcuni esponenti romani di Fratelli d’Italia, partitino di estrema destra attaccato al cordone ombelicale di Silvio Berlusconi ma che si dà arie da Msi redivivo.
Un’alleanza antimmigrati, quella tra Casapound, Borghezio, Fratelli d’Italia e altri gruppuscoli dell’estrema destra, che era già stata sperimentata nei mesi scorsi, in particolare durante la campagna elettorale per le elezioni europee che ha visto uno degli esponenti più trinariciuti della Lega Nord – eletto poi a Strasburgo proprio nella circoscrizione dell’Italia centrale – infilare una lunga serie di provocazioni. Alcune delle quali rintuzzate egregiamente, come quando venne contestato da alcune donne mentre sputava falsità e veleno nel quartiere di Tor Pignattara, a pochi metri dalla scuola Pisacane. “Sono qui per sostenere tutti i cittadini che vogliono reagire all’invasione degli immigrati a Roma, perché questa città merita di essere difesa” ha spiegato l’europarlamentare ai giornalisti in un poco credibile impeto di amore per la capitale per anni insultata al grido di ‘Roma ladrona’. Una passione per la capitale, quella di Borghezio, che lo porterà nei prossimi mesi ad amplificare la sua presenza in città visto che lo stesso leghista ha annunciato: “Visiterò uno per uno tutti i quartieri e promuoverò anche la creazione di comitati di cittadini”. Non pervenuti, stamattina, gli esponenti di Sel e Pd che nei giorni scorsi avevano definito la manifestazione inaccettabile, una provocazione nei confronti della resistenza antifascista ecc ecc.
Intanto i rapporti tra Casa Pound e la Lega si consolidano, e non solo a Roma, ma anche nei bastioni del movimento guidato da Matteo Salvini che ha spostato parecchio a destra i linguaggi e l’identità politica nella speranza di guadagnarsi i consensi di un certo elettorato deluso o orfano di Silvio Berlusconi. E la banda di Iannone ne approfitta per fare capolino in territori nei quali è sempre stata assente o assai debole, soprattutto al nord.